STORIE DI PAESE

domenica 25 aprile 2010

D'ANNUNZIO, ZI' NICOLA E LA TOPONOMASTICA

SanVitoCH.info (C)


Gabriele D'Annunzio, da molti definito il genio compreso della letteratura italiana, ebbe nel suo soggiorno a San Vito Chietino l'ispirazione per il drammatico e appassionato "Il Trionfo della Morte": nel romanzo il suo alter ego Giorgio Aurispa è un uomo dominato dalla passione irrefrenabile per la donna amata; è una passione tragica: il protagonista è incapace di riuscire a vivere la sua storia felicemente e, tormentato dalla passione, vinto in ogni momento dai dubbi e dalla gelosia, decide che l'unica soluzione sia di togliersi la vita e contemporaneamente toglierla alla sua amata. Impossessato dalla lucida follia che lo attanaglia, sceglie di porvi fine nel modo più tragico e di finirla così, avvinti nel comune destino per restare sempre una sola cosa.

Essendo un genio compreso, D' Annunzio vide il suo romanzo avere grande succeso, non bisognò aspettare che a morire fosse l'autore, come pure di frequente accade a tanti talenti che anticipano troppo i tempi.

Da lì iniziò quella corsa delle amministrazioni ad assegnare il nome del poeta alle strade, alle scuole e ai posti che fino ad allora la gente era abituata a chiamare con altri nomi. E per verità in barba alle nomine ufficiali, la gente del posto avrebbe continuato a chiamarli col nome di sempre.

Per le scuole e le strade forse no. Contro una "Via D'Annunzio" un "Istituto D'Annunzio" c'era ben poco da fare, ma se vogliamo pensare al Promontorio, beh quello per la gente restava il "Colle del Guardiano" in quanto posto di guardia ideale dove, come anche il poeta scrisse, si poteva osservare a sinistra fino al Gargano e le Isole Tremiti, a destra fino al porto di Ortona. Colle del Guardìano (per essere precisi) che rimase tale nella bocca dei più, fino ai nostri giorni, eccetto che per i forestieri, che possono essere giustificati. La gente del posto invece, nemmeno quando il Comune vi appose una lapide sembrò curarsi di Giorgio Aurispa.

Eppure quando quel sentiero che D' Annunzio percorse a piedi divenne strada rotabile, il comune non si risparmiò:



E pensare che proprio per quella storia, la gente ne ricordava una simile il cui protagonista non era Giorgio Aurispa. Era la vera storia di Zì Nicola, che vera lo era anche nell'epilogo finale. Più comunemente quella di Zì Nicola era la storia di un amore non corrisposto. L'uomo più che essersi innamorato s'era invaghito, e da quando si era dichiarato ricevendone un secco rifiuto, la sua malattia più che placarsi gli era divampata dentro. Continuava ad insistere, ed al secco "No" della sua bella erano via via seguiti un "No, forse non capisci!", Poi "No, vai via". Fino a "No, non voglio vederti tra i piedi" . E "No, ti odio proprio, sparisci".

Il rifiuto rimaneva sempre lo stesso ma si caricava di insulti sempre più pesanti. L ' amore di Zì Nicola non ne risentiva affatto; essere corrisposto o meno non cambiava le cose…

Fu così che, per amore, decise di seguire il consiglio della sua bella, decise di sparire. Avendo perso senno e coscienza per sparire scelse la via a lui più vicina. Salì su per la via del bosco e arrivò al punto più alto del precipizio. E da lì sparì.

Nessuno ci mise una lapide ma quello sarebbe rimasto per sempre il "Fosso di Zì Nicola", un povero innamorato, che non fu mai, né genio né compreso. Ebbe solo, e tardi, un po' di compassione.

2 commenti:

  1. Mi piace il tuo modo di raccontare,di scrivere della gente,dei fatti,dei luoghi.
    C'è amore per la propria terra e forza descrittiva.Ripasserò sperando di trovare ancora dell'altro.
    Condivido anche molte scelte musicali.Ciao

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  2. So che sembrerà un pensiero scontato o addirittura banale, ma molte volte l'amore (o anche le fissazioni) della povera gente non sono meno travagliate dei sogni dei letterati.

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