STORIE DI PAESE

mercoledì 21 luglio 2010

GINO E ANNA PER SEMPRE INSIEME

SanVitoCH.info (C)

A Gino era toccato vivere nell'epoca in cui ogni singolo guadagno del suo lavoro non apparteneva a lui, come oggi si riterrebbe scontato, ma al suo amato padre, amministratore unico di tutte le entrate della famiglia. Tatà Lorenzone infatti, sapeva cosa fare con quei soldi e come ripartirli in maniera equa tra i suoi sette figli e le diverse donne che in certe sere andava a visitare.

Un'unica volta Gino, bisognoso di un po' di tabacco aveva chiesto alla Signoria di suo padre qualcosa in più, e la questione s'era risolta in una doppia incazzatura. Tatà, con una scrollata di spalle gli aveva risposto che del tabacco poteva farne benissimo a meno. Lì per lì, Gino fece una gran fatica a ributtar giù le parole che gli stavano venendo fuori dalla bocca: chi tra i due poteva fare a meno di qualche sporco vizio, era proprio il vecchio. All'indifferenza del padre, aveva fatto seguito l'insolenza di Anna sua moglie, che senza alcun ritegno s'era intromessa pure lei, incoraggiando la Signoria del suocero a non dare alcun denaro al figlio, che tanto andava buttato via in tabacco.

Dunque Gino, che si era trattenuto a stento dal rispondere al padre, vedeva ora la moglie, uscirsene senza nessuna vergogna, a mettere il becco mentre due uomini, per giunta padre e figlio, parlavano. Non fecero in tempo a rientrare in casa, che a Gino il viso era già divenuto violaceo, le mandibole serrate e una grossa vena gli pulsava a pressione sulla tempia destra. Era lampante che gli stavano ripassando i cinque minuti.
Soli nella stanza, per cominciare il discorso in qualche maniera, la cosa che gli venne più facile da fare fu allentare uno schiaffone alla moglie che la lasciò tramortita, forse più dallo stupore che dal dolore. Solo dopo lo schiaffo Gino, fu capace di emettere dei suoni, urlati eppure sconnessi, privi di senso, incomprensibili nella forma ma comunque chiarissimi nel messaggio.
Quindi cominciò a riprendere parte del suo usuale pallore, ma rimase con la bocca aperta e le palle degli occhi che sembravano volessero sgonfiarsi. Anna si poggiò la mano sulla guancia offesa, disse: Ohh Dio!!!
Lui, le diede le spalle, si voltò e riuscì di casa. Si era pentito, non capiva perchè l'aveva fatto e perchè non s'era fermato in tempo. Era la prima volta che accadeva in nove anni di matrimonio, e non ce ne fu un'altra negli altri 27 che avrebbero passato assieme.
Anna dal canto suo, aveva realizzato come il marito si fosse sentito umiliato. Lavorava come un asino il marito, e come se non bastasse doveva abbassare la testa come un ragazzino perchè non poteva ancora comandare a casa sua. Quel tabacco non era un vizio, era uno sfogo.
Gino era sconvolto da ciò che aveva fatto, e aveva capito che aveva scaricato sulla moglie la rabbia che in realtà aveva nei confronti del padre. Il giorno dopo era tutto passato senza chiarimenti e senza scuse da parte di nessuno. A Gino le parole non venivano nemmeno quando era calmo, poi chiedere scusa ad una donna, significava darle troppa confidenza.
In altri 27 anni insieme quell'episodio non fu mai nominato sebbene nessuno dei due lo avesse dimenticato, e con il tempo, Anna lo ricordava tra sé e sé quasi con piacere: poteva pensare alla sua vita insieme al marito, un marito impeccabile con i figli, con lei e con chi lo conosceva, un marito che aveva sbagliato solo una volta e non per colpa sua in fondo.
Dopo quel giorno in cui lui la lasciò perchè andando per granchi si fracassò la testa sugli scogli, lei avrebbe cominciato a raccontare di tanto in tanto ai nipoti di quello schiaffo, come se si fosse trattato di una carezza. In realtà nessuno in famiglia capiva la bellezza di quel gesto ma in fin dei conti il bello, era lei che ne parlava.

2 commenti:

  1. Era così che andava,quasi sempre.Il padre,ma spesso la madre,continuavano a vantare diritti sulla vita dei figli anche quando questi avevano la loro,di famiglia.
    Anche mia nonna che aveva regalato a mio padre un fazoletto di terra per costruirsi una casetta e sposarsi,non tralasciava occasione per avanzare pretese,spesso stupide e illogiche.Solo la sagezza di mia madre ha potuto tenere sempre legate le famiglie,senza ribellioni,ma con sufficiente fermezza.Bello l'episodio riportato,e tenero allo stesso tempo.Ciao

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  2. La tua osservazione è giusta. Ciò che lascia increduli, purtroppo e per fortuna, è la straordinaria rapidità con cui le cose sono cambiate: i rapporti genitori-figli e quelli moglie-marito. E a questo proposito, nel racconto della sua giovinezza da parte di una persona ormai anziana, non è raro che un ragazzo di oggi vi veda tracce di preistoria. Invece era ieri. Grazie Chicchina. ;)

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